Riflessioni di una
conclusione… spero provvisoria
In
questi giorni, terminato il corso assegnatomi del Piano Nazionale Digitale e in procinto di concludere altri
corsi di formazione, tra cui i corsi per docenti neoassunti, sento l'esigenza
di fissare le mie riflessioni circa l'evoluzione di questo ultimi dodici anni
nella formazione dei docenti. Formazione che in questi anni ho avuto il
privilegio di sperimentare e toccare con mano sin dal 2002. Un quadro che vede,
a mio avviso, la tecnologia più vicina oggi alla quotidianità scolastica.
Credo che più che di "scuola
digitale" si debba parlare di nuove matite digitali che, entrate nella
scuola come strumenti "freddi" oggi si integrano nella didattica.
Nuove matite che hanno quindi un senso se utilizzate da docenti che aprono la
propria metodologia didattica alla multicanalità. Senza progettualità
pedagogica la tecnologia, al pari dei libri o di altri materiali, non avrebbe
senso.
Senza questa apertura, il digitale non può che essere
strumento "freddo". Il miglior “strumento” animatore e compensativo,
resta il docente.
Dopo gli anni degli appalti di lim e di classi 2.0 ministeriali,
faticosamente supportati da istituti scolastici resi punti ordinanti di una
rete di scuole ( e ne so qualcosa poichè ci ho speso un'estate a rincorrere i
fornitori perchè le scuole a settembre fossero in grado di avere le lim montate
e funzionanti), sembra sempre più dilagare il fenomeno per cui il
digitale entra nella scuola anche dal lato territorio, oltre che dal lato ministeriale,
nella veste di donazioni, contributi di genitori o sotto forma di spontaneo e
concordato ricorso a device personali come tablet, netbook o altro.Oggi, infatti, più che parlare di
tecnologia in classe si può ribaltare la questione passando dalla formazione
verso la tecnologia alla cultura digitale e, anzi, si può affermare che la
nuova forma di analfabetismo culturale è quella digitale.
La richiesta di formazione dei docenti si
sta ampliando come pure le offerte di formazione. Proposte ministeriali e
proposte territoriali, di scuole, reti di scuole e altri partner sociali e
culturali, vanno sempre più intrecciando le proprie azioni.Piano nazionale di formazione digitale,
piano regionale e azione formativa connessa con AzioneCoop, quest’anno si sono
intrecciate nella concertazione di una stessa azione formativa declinata in una
molteplicità di obiettivi.
Credo che l’azioneCoop abbia, tra i
meriti, l’aver dato impulso in questi due anni a un dilagante e partecipato desiderio
di lavorare in questa direzione cementando la sinergia di tanti colleghi che,
diversamente, sarebbero rimasti monadi solitarie entro isole dell’arcipelago
scuola. AzioneCoop ci ha messi tutti in carrozza a condividere, guidati dal
capotreno Servizio Marconi, scoperte e avventure altrimenti impensabili, per
quanto mi riguarda.
Questa la principale linea che mi piace
pensare realizzabile in futuro, riacquisire autorialità come docenti:
docenti che producono insieme a bambini e
ragazzi libri di testo, materiali per facilitare la didattica e app, perché chi
vive la progettualità della didattica quotidiana ha le idee più chiare.
Tanto è stato fatto e ancora tanto da fare
c’è…. ma il viaggio è avviato.
Un saluto e un ringraziamento a tutti.
18 maggio 2015
Simonetta Sandra
Maestri
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